
Programma: Lezioni e focus: cibo, ambiente, energia
Una lezione dello scrittore, giallista e chimico Marco Malvaldi. Un affascinante excursus fra tradizione ed evoluzione del cibo italiano. Per scoprire che la cucina, dove il cibo si mescola e si combina, è una grande metafora della vita e della storia: una palestra dove spaziare dalla carne al vegan, fra sapori e alchimie di gusto e salubrita’ delle pietanze.

Che differenza c’è tra calore e temperatura? Provate a mettere una mano nel forno a 180 gradi, o una mano sulla padella, sempre a 180 gradi, e vi sarà chiaro immediatamente. Parola di Marco Malvaldi, firma fra le più amate del giallo italiano ma anche, e innanzitutto, laureato in chimica all’Università di Pisa. Per questo Fondazione FICO ha pensato a lui per un racconto legato alla “Chimica del cibo”: una suggestiva digressione fra i sapori della tradizione agroalimentare e gastronomica italiana, raccontati attraverso la loro combinazione “chimica”. A partire, per esempio, dal “soffritto”. Già, perché quanti sanno che una delle basi più comuni per elaborare i piatti, quella che parte da carota, cipolla e sedano, non si limita a insaporire i nostri manicaretti ma li rende soprattutto salutari a livello biochimico, visto che elimina più o meno il 99% dei batteri alimentari nocivi per l’uomo? L’affascinante excursus fra tradizione ed evoluzione del cibo in rapporto alla cultura gastronomica italiana sarà tracciato da Marco Malvaldi nell’incontro promosso da Fondazione FICO con Il Mulino edizioni, Marco Malvaldi sarà anche protagonista, domenica 25 febbraio, dell’incontro inaugurale dei “Dialoghi matematici” curati dalla casa editrice Il Mulino all’Oratorio di San Filippo Neri. Converserà dalle 11 con Stefano Marmi di “Caos. I misteri del caso”.

La tradizione della cucina italiana intreccia strettamente motivi storici ed elementi “chimici”: «non molti sanno – racconta ancora Malvaldi – che uno dei piatti italiani più noti, la pasta alla carbonara, non è un piatto tradizionale, ma è nato all’indomani della battaglia di Cassino. I battaglioni americani possedevano scorte di bacon e uova per la colazione, gli italiani invece avevano la pasta. Da quell’incontro inatteso deriva una delle pietanze più famose della cucina tricolore …». Marco Malvaldi è uscito da poco con l’ultimo successo, L’architetto dell’invisibile. Ovvero come pensa un chimico (Raffaello Cortina Editore, 2017). Un viaggio nel mondo della chimica affidato a un formidabile narratore, per capire cosa è una molecola e come cambiano le proprietà della molecola in un ambiente, attraverso similitudini tratte dall’economia e dalla letteratura. Ma un chimico pensa in termini numerici e anche in termini di bellezza. A Fondazione FICO Malvaldi dimostrerà che la cucina, dove il cibo si mescola e si combina, è una grande metafora della vita e della storia, una palestra dove spaziare fra gusti estremi, dalla carne al vegan. Marco Malvaldi è nato a Pisa, dove vive. Esordisce nella narrativa nel 2007 con la serie dei vecchietti del BarLume, pubblicata da Sellerio: La briscola in cinque, 2007; Il gioco delle tre carte, 2008; Il re dei giochi, 2010; La carta più alta, 2012; Il telefono senza fili, 2014; La battaglia navale, 2016. Da questa serie a p’artire dal 2013 è stata tratta una serie televisiva dal titolo I delitti del BarLume. Ha pubblicato anche Odore di chiuso (Sellerio 2011, Premio Castiglioncello e Isola d’Elba-Raffaello Brignetti), giallo a sfondo storico, con il personaggio di Pellegrino Artusi, Milioni di milioni (Sellerio 2012), Argento vivo (Sellerio 2013), Buchi nella sabbia (Sellerio 2015) e i saggi L’architetto dell’invisibile ovvero come pensa un chimico (Cortina Raffaello 2017) e Le due teste del tiranno. Metodi matematici per la libertà (Rizzoli 2017). Suoi racconti sono inclusi nelle antologie di Sellerio: Un Natale in giallo (2011), Capodanno in giallo (2012), Ferragosto in giallo (2013), Regalo di Natale (2013, La tombola dei troiai), Carnevale in giallo (2014, Costumi di tutto il mondo). Nel luglio 2013 vince il Premio letterario La Tore Isola d’Elba.
